La crisi tra Russia ed Ucraina è culminata in un atto di estrema violenza con l’inizio di un conflitto condannato dai principali leader mondiali. In questa sede non mi dilungherò su questioni geo-politiche, ma cercherò di condividere il mio piano d’azione su alcuni strumenti finanziari, in questo caso relativamente al Nasdaq 100.

Utilizzerò per l’analisi il Future Mini nella sua versione continua, tuttavia il mio investimento sul mercato avviene per il tramite di un ETF.

Premetto che il piano rappresentato è relativo alla parte di portafoglio d’investimento dove accetto sostanziali oscillazioni del prezzo con un orizzonte temporale lungo o lunghissimo.
Analizzando il grafico, possiamo notare come il Nasdaq 100 dai minimi di marzo 2020 e rispetto agli ultimi massimi, abbia fatto registrare una performance del 154% circa. Un fortissimo trend con momentum crescente e poche pause di consolidamento, insomma un vero e proprio “treno in corsa”. Le rare pause o i ritracciamenti, sono sempre stati recuperati con grande decisione.
Da dicembre 2021, tuttavia, siamo stati testimoni di un cambiamento, l’indice ha fallito la ricerca di nuovi massimi, inaugurando nel 2022 un’importante fase di storno.
Ad oggi e nel giro di due mesi, abbiamo assistito ad una perdita di valore delle quotazioni del 20% circa, sicuramente fisiologico rispetto alle performance dei precedenti 24 mesi, ma tuttavia di entità rilevante.

Considerato che in questo periodo, per quanto riguarda la parte di portafoglio gestito in stock picking (quindi su singoli titoli azionari) , la modalità è “flat” ovvero non apro nuove operazioni a causa degli indicatori di volatilità; movimenti così importanti possono rappresentare, su strumenti particolarmente efficienti e mercati generalmente performanti, occasioni d’ingresso.
In particolare ho approfittato dei livelli toccati dall’indice il 18 febbraio, per poter incrementare la mia posizione e mediare pertanto il prezzo medio di carico, sullo storno del 15% circa indicato dalla retta del primo livello di mediazione.
Ho successivamente previsto ulteriori livelli di mediazione, rispettivamente al – 24% , - 36% e – 41% riservando liquidità per ulteriori ingressi.
Ho anche altre posizioni in mediazione, la più importante delle quali è riservata all’ETF Azionario All Country World (ne ho già parlato in un’altra idea che allego sotto) che permette una delle migliori diversificazioni (malgrado lo sbilanciamento sul mercato US) e dove ho un orizzonte temprale di 25 anni.

Mi preme rammentare, una volta di più, che non bisogna mai mediare in perdita su singoli titoli, è un approccio che in alcuni casi può portare risultati notevoli, ma che in altri può guidare verso una vera e propria disfatta ( cd. legge della rovina statistica).
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