L’oro rispetto ad altri asset presenta delle peculiarità che lo rendono speciale. Il motivo va ricercato nel suo autorevole ruolo di bene rifugio che si è costruito nel corso di secoli, anche millenni se pensiamo al trattamento che gli è stato riservato già dalle prime forme di civiltà.
Tuttavia, ai giorni nostri, non semplice si presenta il compito di quegli ostinati che imperterriti cercano di immaginare quale sarà la quantità di dollari che occorrerà avere da parte da offrire per acquisirne la proprietà in un qualche futuro.
Credo che il livello di difficoltà dell’impresa sia assimilabile a quello che si trovano davanti l’altra schiera di operatori, quelli che cercano di indovinare il cambio euro/dollaro tra non so quanti mesi/anni.
Questi due “strumenti” hanno in comune una caratteristica: quella di essere famosi. Famosi non nel senso più facilmente immaginabile oggi di “apparire” famosi ma di esserlo veramente, intimamente direi e per questo crogiuolo di tanti comportamenti.
La circostanza che puntualmente mette in crisi questi ostinati cacciatori del futuro, a mio modesto avviso, è che nel futuro convergono su questi strumenti forze tra le più disparate che agiscono con diversa intensità in differenti direzioni.
Si potrebbero elencare, ma non li elenco, una decina di circostanze economicho-finanziarie che a livello globale hanno una influenza, a volte diretta ed a volte soltanto indiretta, sulle quotazioni sia spot che forward di questi strumenti.
Il risultato, senza timore di essere smentito, è che nello stesso momento è possibile leggere report provenienti da autorevoli operatori che prospettano scenari diametralmente opposti con annessi livelli di prezzi futuri che non sono nemmeno parenti. Anzi, non si conoscono nemmeno.
Per quel che mi riguarda e, presumo, per quel che riguarda coloro i quali credono che l’analisi tecnica non sia una divertente esplorazione, fine a se stessa, di fondi di caffè o di viscere animali condotta perché non si è riusciti a trovare niente di meglio da fare ma un modo di operare nei mercati che prende spunto da dati oggettivi e quasi-oggettivi rappresentati, rispettivamente, da contratti di compravendita ed il sempre attendibile comportamento della mente umana con tutte le sue storture (bias comportamentali).
Questa premessa si presenta funzionale alla analisi che propongo oggi sull’oro. Al solito basata in modo preponderante sull’osservazione dei grafici, gli unici da cui è lecito non aspettarsi tradimenti. Al limite possiamo solo ritrovarci vittime di noi stessi nella misura in cui non siamo sufficientemente attenti a cogliere quello che, con il loro affascinante linguaggio, hanno costantemente da raccontarci.
Concludo dicendo che le tecniche che risultano stabilmente vincenti non sono quelle che hanno sempre ragione ma quelle che ne hanno nella maggior parte dei casi, a parità di capitale impiegato, o addirittura quelle che risultano vincenti nella minoranza dei casi ma che quando hanno ragione riescono stabilmente a portare in positivo l’intera attività di trading (profilo di risk/reward).
Una piccola dimostrazione di ciò è che scrivo questa analisi, che prefigura un probabile movimento ribassista di breve dell’oro, nel momento in cui il prezzo sembra dirigersi verso la direzione opposta rispetto a quella da me prefigurata.
Coerente con il metodo/strategia e consapevole che l’esito della analisi non avrà alcun impatto sul quadro complessivo dell’attività di trading, propongo l’idea contenuta nell’analisi. In questo sta il segreto dell’analisi tecnica. Se ben compresa ed applicata ci permette di operare in uno stato di grazia senza l’ansia indotta da un movimento contrario alle nostre aspettative.
Quando la sopravvivenza del nostro trading o l’integrità mentale necessaria per stare lucidamente nel mercato dovessero dipendere dall’esito di una singola o una serie di operazioni che necessariamente “devono” chiudersi positivamente, vuol dire che il tutto poggia su basi di argilla, fragili e su cui non può costruirsi il futuro. Questo lo sanno bene coloro che dovessero trovarsi nella situazione descritta.
Tutto ciò premesso e sperando che sia stato utile a coloro che, sprovvisti di solida esperienza, si misurano con i mercati curiosi e con genuina voglia di migliorarsi, propongo un quadro ribassista di breve termine che potrebbe essere utilmente sfruttato.
Il trend di medio lungo-termine si presenta inequivocabilmente rialzista
Possiamo certamente dire che i massimi storici non sono stati ancora “superati”. Infatti non è sufficiente che i prezzi facciano una gita fuori porta oltre questo top per dire che sia stato superato. In verità occorre osservare una sorta di consolidamento degli stessi sopra i massimi. Altrimenti, come finora è, è da considerarsi una falsa rottura.
A dirla tutta occorre sottolineare come, sempre sul mensile, sui massimi si sia formata una candela di incertezza (doji) ad oggi non smentita. Questa pesa come una spada di Damocle a mio giudizio sulla operatività long che non sia di breve respiro.
Sul grafico settimanale notiamo una area di supporto a 1.850, testata soltanto due volte, minimo indispensabile per identificarsi un livello, e dunque non solidissima ma che ad oggi ha frenato i tentativi ribassisti del mercato guidati dalla traiettoria imposta ai prezzi dalla trendline (a) Osservata sul giornaliero l’azione di compressione dei prezzi, sulla base dei 1.860 dollari, offerta dalla direzione imposta dalla trendline (a) appare ancora più chiara. Chiaro a questo punto risulta il triangolo rettangolo formatosi che normalmente (che non significa sempre) si conclude con la vittoria della spinta offerta dall’ipotenusa del triangolo e quindi con la formazione di nuovi minimi relativi. Infatti non può escludersi che si tratti della prima parte di un più ampio movimento laterale immaginabile come un rettangolo dalla forma sotto illustrata e che dunque questo triangolo non è altro che parte di questo
Scendendo ancora di time frame arriviamo alla situazione su cui potrebbe essere impostata l’operatività di breve. In H4 si nota quella che ha tutte le sembianze di un pennant, figura tipicamente di continuazione del trend sottostante (di breve in questo caso)
La figura si presenta con la canonica formazione convergente con volumi in contrazione rispetto al deciso movimento che ha formato l’asta del pattern. In questi casi si vende lo sfondamento del lato inferiore mettendo lo stop sopra quello superiore e adottando come unico profit minimo la proiezione dell’asta a partire dal punto di breakout.
Tuttavia occorre tenere presente la presenza del livello 1.860 che oppone una resistenza statica discreta per un movimento di breve per cui direi che, nel caso si volesse sposare l’idea operativa, sarebbe intelligente osservare il comportamento dei prezzi al contatto eventuale con questa area per capire se l’ostacolo si presenta come insormontabile e quindi vedere naufragare il trade.
Quindi nel caso il pennant venisse violato al ribasso direi di attendere il comportamento dei prezzi sul supporto dei 1.860 e vendere una sua rottura che ci dovesse sembrare affidabile. Affidabile potrebbe significare che la rottura sia decisa e con volumi, oppure in modo più conservativo attendere un pull-back sul supporto che nel frattempo si sarà candidato per divenire resistenza. Il target del movimento resta lo stesso.
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