Ci avviciniamo a grandi passi ai momenti cruciali di questo 2024, che saranno caratterizzati dalle elezioni Usa e dalla decisione sui tassi da parte della Fed, e presumibilmente ci arriveremo con l’equity sui massimi, o comunque molto vicini ad essi. Impensabile che possa esserci un crollo del dollaro e della Borsa Usa a ridosso di questi due eventi chiave. Anche ieri, sebbene sia stata giornata calma sui mercati, i listini Usa alla fine hanno chiuso in guadagno con l'S&P 500 a +0.3%%, il Dow Jones in crescita dello 0.65% e il Nasdaq in aumento dello 0,25%.

Il mercato ha di fatto ormai contemplato nei prezzi anche le tensioni internazionali, tra cui la rappresaglia israeliana contro l'Iran, che però ha risparmiato gli impianti petroliferi e nucleari come inizialmente si temeva. Sul fronte notizie macro poi, gli investitori si preparano ad una settimana di notizie relative alle trimestrali delle “big seven” tra cui Apple, Microsoft, Meta, Amazon e Alphabet, attese alla pubblicazione dei bilanci.

Ma contestualmente, c’è grande attesa per i dati macro chiave, tra cui la stima anticipata della crescita del PIL, l'inflazione PCE e i numeri sul mercato del lavoro che chiariranno molto sulla congiuntura Usa a ridosso della Fed, attesa la settimana prossima. Il settore tecnologico è stato il migliore, seguito da beni di consumo discrezionali, finanza e immobiliare. Al contrario, le azioni energetiche sono scese sull’onda della caduta del prezzo del petrolio.

VALUTE

Sui cambi continua a rimanere assai forte il dollaro che schiaccia le divise concorrenti, soprattutto il UsdJpy che stanotte ha quasi raggiunto 154.00 prima di correggere qualcosa e tornare in area 153.00. Le ragioni sono le solite, ovvero quelle legate alle incertezze politiche dopo che la coalizione al governo in Giappone ha perso la maggioranza parlamentare nelle elezioni del fine settimana.

La turbolenza politica rappresenta una sfida per i piani di normalizzazione della Banca del Giappone dopo decenni di stimoli monetari. Il capo del Partito Democratico ha anche affermato che la BOJ dovrebbe evitare grandi cambiamenti politici poiché i salari reali sono ora fermi. Nel frattempo, la debolezza della valuta ha spinto il ministro delle Finanze Kato a ribadire che le autorità rimangono vigili sui movimenti dei cambi. I mercati temono che un ulteriore calo al livello di 160 potrebbe aumentare la possibilità di un altro intervento valutario.

Per quel che riguarda le altre coppie, EurUsd debole a ridosso di 1.0800, mentre il Cable rimane anch’esso in bilico in area 129.50. Le oceaniche soffrono sia la debolezza cinese, sia la forza del biglietto verde e AudUsd scende a 0.6560 mentre NzdUsd a 0.5960 e non sembrano esserci grandi speranze per movimenti che non siano che mere e insignificanti correzioni, almeno per ora.

UsdCad a ridosso di 1.3910 resistenza chiave, e preludio per il test di 1.3950 che se violato, aprirebbe la porta al test della soglia psicologica di 1.400, al di sopra del quale i target sarebbero (usare il condizionale è d’obbligo) ben più alti, Ma tutto dipende dai prossimi eventi, come richiamato in precedenza.

Snapshot

SCENDE LO YUAN

Lo yuan offshore si è deprezzato oltre 7,15 per dollaro, toccando i minimi di oltre due mesi, ancora sotto pressione causata da un dollaro USA in rafforzamento, sostenuto da segnali di resilienza nell'economia americana e dalle crescenti aspettative di una potenziale vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali.

Nella sua campagna per rivitalizzare la produzione manifatturiera americana, Trump ha nuovamente promesso l’imposizione di dazi doganali ai beni cinesi, come già aveva fatto durante il primo mandato, tra il 2017 e il 2021, peraltro senza successo perché la bilancia commerciale da allora, è peggiorata dal -40 miliardi mese del 2107 al -66 miliardi del 2021.

Inoltre, per ora gli analisti, hanno accolto senza grande entusiasmo le misure di stimolo fiscale previste dai vertici della leadership cinese alla prossima riunione del 4-8 novembre. Nel frattempo, la PBOC ha annunciato lunedì che avrebbe avviato "outright reverse repurchase operations”, con l'obiettivo di iniettare liquidità e stabilizzare le condizioni di mercato nel mezzo delle continue pressioni economiche.

PETROLIO

I future sul greggio WTI sono crollati di circa il 6%, sotto i 68 dollari al barile, dopo che gli attacchi di rappresaglia di Israele all'Iran nel fine settimana hanno evitato gli impianti di greggio e l'infrastruttura nucleare del paese, attenuando i timori di interruzioni nelle forniture energetiche. I caccia israeliani hanno preso di mira siti militari in tutto l'Iran, in risposta agli attacchi missilistici iraniani di inizio ottobre.

I prezzi del petrolio hanno subito forti oscillazioni questo mese a causa dei crescenti rischi geopolitici in Medio Oriente, sebbene la rappresaglia di Israele sia stata più contenuta e proporzionata di quanto temessero i mercati, alimentando le speranze di un'ulteriore de-escalation nel conflitto regionale.

Dal lato della domanda, il calo della produzione industriale in Cina, ha continuato a pesare sul sentiment, nonostante i recenti stimoli governativi. Infine va ricordato che gli analisti, osservano anche i potenziali aggiustamenti della produzione da parte dell'OPEC+ e le implicazioni delle elezioni statunitensi.

UK, VENDITE AL DETTAGLIO

I volumi delle vendite al dettaglio, in Inghilterra, sono scesi del -6% a ottobre 2024, dopo una leggera crescita del +4% a settembre, secondo il CBI Distributive Trades Survey, con la spesa dei consumatori frenata dall'incertezza che circonda il bilancio autunnale.

Le vendite stagionali sono apparse deludenti, con un'ulteriore domanda debole prevista a novembre. Le vendite su Internet hanno continuato a crescere (+21%) e vi sono segnali di ulteriore ripresa. Il settore della distribuzione nel complesso ha registrato moderati cali delle vendite, con una tendenza simile prevista per novembre.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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