Mercati timorosi per la stretta monetaria e rischio di recessione. Verso 100 bps di rialzo dei tassi alla riunione della FED di mercoledi’ 21. Il super Dollaro schiaccia tutte le altre valute ed “esporta” inflazione. Il Piano europeo per l’energia non prevede piu’ un tetto al prezzo.
Al termine di una seduta incerta ieri, 14 settembre, i listini azionari europei hanno chiuso con nuova, piu’ moderate, perdite. Il Dax tedesco ha perso -1,2%, il Ftse100 britannico -1,5%, il Cac40 francese -0,4%, ma il FtseMib italiano e’ salito del +0,5%.
Gli strascichi dell'inflazione (CPI) Usa, sopra le attese ad agosto, assieme alla crescente convinzione che la prossima settimana la FED (Banca Centrale Usa) approvera’ un rialzo da 100 punti base dei tassi e alla crisi del gas ancora lontana da una soluzione, pesano negtivamente sull’umore degli investitori.
Mai come in questo periodo le decisioni delle banche centrali, su entrambe le rive dell’Atlantico, sono “guidate” dall'andamento dell'inflazione, che conferma testardamente imassimi da oltre 20 anni: lo confermano i dati di ieri di Francia, +0,5% ad agosto e +5,9% su anno e quelli “wholesale (”all’ingrosso”) in Germania, +18,9% anno su anno, contro +19,5% a luglio e +21,2% a giugno.
Sul mercato dei cambi s’e’ rivelato effimero il mini rimbalzo dell’Euro legato alla decisione di mercoledi’ dell’ECB (Banca Centrale Europea) di alzare i tassi di riferimento di 75 bps. Ieri l'Euro e’ tornato sotto la parità verso US$, e si e’ indebolito verso lo Yen giapponese a 142,7: la Sterlina britannica e’ risalita verso 1,15, dopo i dati d'inflazione di agosto, +9,9% nel Regno Unito, un filo sotto le stime.
Ieri, 14 settembre, molta attenzione per l’audizione del Presidente della Commissione Ursula von der Leyen al Parlamento europeo sul piano europeo di risparmi di gas ed elettricità: il Piano “vale” 140 miliardi, prevede tagli ai consumi e un “plafond” ai profitti delle aziende che producono energia a basso costo (alias da fonti rinnovabili), ma nessun accenno al tetto al prezzo del gas.
Sul tema della guerra in Ucraina la Signora Von der Leyen, in presenza della moglie del Presidente ucraino Zelenski, ha sostenuto con convinzione la necessità che l'Europa rimanga unita a supporto del Paese vittima dell'invasione russa e candidato all’ammissione nell’Unione Europea.
Purtroppo il prezzo del metano ieri, 14 settembre, e’ salito o+11% a 220 Euro/mwh. In ripresa anche il prezzo del petrolio, col WTI (greggio di riferimento Usa) sopra 89 Dollari/barile, +2,1%.
La crisi del gas, ancor prima che tra i consumatori, miete vittime tra gli operatori istituzionali: il governo tedesco potrebbe essere costretto ad acquisire il controllo (dal 30% attuale) del nazionale del gas Uniper in grave crisi finanziaria. Il venditore sarebbe l’attuale azionista di maggioranza Fortum (Finlandia).
Che l’economia industriale/manifatturiera europea sia in difficolta’ e’ confermato dal dato sulla produzione industriale nell'Eurozona, scesa del -2,3% mese su mese a luglio, invertendo il +1,1% di giugno. Le maggiori flessioni si sono registrate in Irlanda, Austria ed Estonia.
Situazione di calma sul fonte obbligazionario: il rendimento del Treasury Note a dieci anni e’ stabile attorno +3,4%, mentre e’ salito quello della scadenza due anni, più sensibile ai cambi di politica monetaria, +3,80%. Il differenziale tra le due scadenze scende verso i minimi dell’ultimo mese attorno -40 bps, segnalando ancora rischio di recessione.
In Europa, risale il rendimento dei Governativi italiano, col BTP decennale benchmark di nuovo attorno +4,0%. Lo spread tra decennale italiano e tedesco si è riportato a 230 bps, soffrendo l'avvicinarsi delle elezioni politiche italiane del 25 settembre che, secondo i sondaggi, vedono prevalere i partiti di destra.
Il crescente favore per i partiti conservatori e’ tendenza diffusa in Europa: il Premier svedese Magdalena Andersson si e’ dimessa dopo i risultati delle recenti elezioni che hanno premiato i partiti che cavalcano temi populisti come stop all’immigrazione, sussidi governativi contro il “caro energia”.
Stamane, 15 settembre, listini asiatici incerti, dopo che ieri avevano vissuto la seduta piu’ pesante da 4 mesi. In Cina la Banca Centrale, per il secondo mese consecutivo, e’ intervenuta a sostegno del Yuan, con operazioni di drenaggio della liquidita’.
In Giappone, ad agosto, nuovo record storico e oltre le stime del deficit commerciale mai registrato: una parte rilevante di questo risultato si deve al rialzo delle materie prime a allo Yen al minimi da 25 anni: il Nikkei di Tokyo (Giappone) ed il Kospi di Seul (Corea) sono stati poco variati.
L’Hang Seng di Hong-Kong e’ salito +0,5% ed il Sensex di Mumbai e’ sceso frazionalmente. Il CSI 300 di Shanghai&Shenzen ha perso -0,7%, sebbene il calo dei contagi abbia convinto le autorità sanitarie ad allentare il lockdown nella metropoli di Chengdu: i suoi 21 milioni di abitanti potranno uscire di casa per andare al lavoro, mentre riaprono bar, ristoranti e mezzi di trasporto pubblico.
Le Borse europee, dopo il crollo di martedì dei listini americani ed il mancato rimbalzo di ieri, tentano di rialzarsi, con progressi mesi attorno +0,6% (ore 13.30 CET). I futures su Wall Street ancipano aperture in lieve rialzo (ore 13.30 CET).
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