La scivolata delle Borse europee, martedì 4 maggio, e’ stata riscattata dai recuperi di ieri, 5 maggio, favoriti da un buon numero di relazioni trimestrali incoraggianti anche sulla prospettiva di ripresa economica nell’anno.
Ancora una volta sono i settori piu’ ciclici, cioe’ piu’ esposti alla fase espansiva del ciclo economico, a segnare le performance migliori: turismo, materie prime, energia, banche.
A Milano il Ftse Mib ha guadagnato il 2% (vedere grafico a pag. 2), mentre l’Eurostoxx 50 ha nuovamente rivisto quota 4.000, per poi chiudere appena sotto.
Ha tentato il rimbalzo anche Wall Street, forte delle precisazioni del Segretario di Stato Usa Janet Yellen, circa l’eventualita’, per ora remota, di un aumento dei tassi ufficiali di interesse.
Ieri, 5 maggio, era giornata ricca sul fronte macroeconomico negli Usa, e la loro interpretazione, come avviene da qualche mese, ha suscitato entusiasmi per il ritmo di espansione di economia ed occupazione, ma anche apprensione circa l’inflazione ed i multipli valutativi alti, specie sulle azioni “tech”.
Dopo aver segnato nuovi massimi intraday, sul finale i guadagni di sono ridimensionato: Dow Jones a +0,29% e lo S&P 500 a +0,07%. Hanno ritrovato stabilita’ anche le azioni della tecnologia, dopo le massicce vendite di martedi’ 4 maggio. L’indice Nasdaq ha dapprima recuperato, per poi rallentare, chiudendo a -0,37%. frenato dalle preoccupazioni sullla dinamica dell’inflazione e sugli “eccessi” valutativi.
La volatilità dei listini resta bassa:l’indice VIX, in una sola seduta, e’ sceso di 2 punti a quota 19,15.
A testimoniare l’esuberante ripresa economica negli Usa, e’ il dato relativo ai nuovi posti di lavoro nel settore privato, aumentati di 742.000 ad aprile: un numero impressionante, sebbene un po’ sotto le attese di 800 mila.
Sempre sul tema occupazionale, sara’ interessante valutare i numeri dell’indagine del Bureau of Labour Statistics in uscita domani, 7 maggio, e qualli del rilevamento settimanale sui jobless claims in calendario oggi, 6 maggio.
Numeri molto forti anche quelli relativi all'Indice Ism (Institute for Supply Management) dei servizi, che misura lo stato di salute del “terziario” negli USA, calato di 1 punto a 62.7 contro attese per 64.1: una “delusione” molto relativa, visto che gli export ed imports orders hanno accelerato, le scorte sono calate e l’occupazione è cresciuta.
Anche l’ulteriore ascesa dell’indice Pmi servizi di aprile, cresciuto a 64,7 punti da 60,4 del mese precedente, verso attese di 63,1 testimonia la forte espansione dell’economia, e segna il massimo della serie dal 2009. Oltre le attese anche l’indice PMI composito: 63,5 punti, dai 59,7 precedenti e stime di 62,2.
In Europa, ma soprattutto in Italia, accelera l’interesse per il comparto bancario, sostenuto dai risultati trimestrale in corso di pubblicazione. Banca Intesa, nel 1’ trimestre 2021, ha realizzato utili netti per Eur 1,5 miliardi, +31,7% anno su anno, e ben oltre le attese, favorito dai profitti da trading e dalle basse rettifiche su crediti.
Il management ha rivisto al rialzo le attese per l’utile 2021, ora «ampiamente superiori a 3,5 miliardi». Oggi, 6 maggio, e’ il turno di Unicredit, che sale quasi del 5% (ore 13.00 CET), dopo il ritorno all’utile nel primo trimestre e la conferma degli obbiettivi ambiziosi per l’intero anno.
Stamattina, dopo 3 giorni di chiusura per festivita’, segnaliamo la brillante seduta del Nikkei giapponese, +1,80%: misti gli altri mercati asiatici: Shanghai -0,16%, Shenzhen -1,58%, Hong Kong +0,60%.
In Europa, segnaliamo la partenza positiva ed il successivo indebilimento per tutte le Borse: analisti e investitori sono concentrati sulle relazioni trimestrali e sull’altalenante paura per l’inflazione.
Questo tema e’ particolarmente sentito negli Usa, vista l’impulso impresso dalla politica fiscale dell’Amministrazione Biden: ieri, la curva breakeven a cinque anni, che misura le attese degli economisti su tale orizzonte, e’ salita ai massimi dal 2008, sospinto dal forte aumento dei prezzi delle materie prime, innescato da difficolta’ logistiche e tendenza all’incetta di alcuni paesi emergenti, Cina in primis.
In effetti, sul versante delle commodities, anche la giornata di ieri, 5 maggio, ha visto prezzi in tensione per le materie prime agricole, rame e legname. Ritorno di interesse e recupero del prezzo dell'oro, tornato sopra i $ 1.800/oncia, mentre sembra attenuarsi la fase di deflusso, che durava da ottobre 2020, dagli ETF specializzati sul metallo prezioso per eccellenza.
In movimento laterale, dopo i progressi recenti, il prezzo del petrolio, col WTI, consegna a giugno, in calo dello 0,6% a 65,2 Dollari/barile (ore 13.30 CET ).
I future Usa sono positivi, con il Nasdaq visto a +0,2% e lo S&P500 a +0,1%.

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