Quadro macro molto benigno in Usa ed Europa.

Inflazione e tassi continuano a incidere sull’umore degli investitori.

Il rapport sul mercato del lavoro Usa di oggi e’ molto importante.

Sempre molto tesi I rapporti degli Usa con Russia e Cina.


Giornata incerta, e alla fine di consolidamento, quella di ieri, 3 giugno, per le Borse europee: il Dax tedesco ha segnato +0,24%, il Ftse inglese -0,6%, impattato dal trasitorio calo dei prezzi delle commodities, il Cac40 francese -0,2%.
La pubblicazione di un brillante indice PMI (Purchasing managers index) dell’Euro zona, faceva sperare in qualcosa di meglio: salito a 57,1 da 53,8 di aprile, segna il valore piu’ elevato da febbraio 2018, testimoniando il buon tono della crescita economica europea. L'indice PMIservizi è salito a sua volta a 55,2 da 50,5 di aprile, battendo le attese e portandosi ai massimi da 3 anni.
La Borsa italiana, dopo una partenza debole, ha chiuso in rialzo, FtseMib +0,29% (vedere grafico a pag.2), forse giovandosi dell’annuncio del miglioramento delle stime di crescita 2021 e 2022 del Pil formulate dall’FMI (Fondo Monetario Internazionale). Per il 2021 la crescita e’ vista al 4,3% dal 4,2% ad aprile, e per il 2022 la crescita al 4% dal 3,6% precedente.
L’outlook per il nostro Paese continuera’ a dipendere dall’evoluzione del quadro pandemico, su cui ci sono miglioramenti, dalla stagione turistica prevista in forte ripresa, e dall’azione del Governo sul fronte “riforme strutturali/Recovery Fund”.
L’FMI ha peratro raccomandato all’italia un “credibile piano di riduzione di debito e deficit”, visto che per l’anno in corso le previsioni sono allarmanti, con 159,9 e 11,8% rispettivamente. Insensibile a tali pericolose traiettorie dei conti pubblici, prosegue la situazione di calma apparente dei rendimenti sui Governativi, con quello del BTP 10 anni stabile a +0,9%, e lo spread BTP/Bund a 108 bps.
I progressi sulle vaccinazioni, sia in USA che in Europa, propiziano le riaperture di molte attivita’ e l’accelerazione della ripresa economica, ma alimentano anche i timori su una prospettiva “meno espansiva” della politica monetaria delle banche centrali e sull’inflazione.
Wall Street ha chiuso in calo moderato, sebbene i dato macro confermino la robusta crescita economica in corso: Dow Jones -0,07%, S&P500 -0,36% e Nasdaq -1,03%.
ll rapporto ADP sull’occupazione negli Usa, pubblicato ieri, 3 giugno, ha segnalato la creazione del maggior numero di nuovi occupati nel comparto privato da giugno 2020: 978.000 a maggio. Quasi in contemporanea, il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è calato a 385 mila, 20 mila meno della settimana prima e 10 mila meno delle stime.
L’Amministrazione Usa, sembra orientata a rinunciare all’aumento al 28% della tassazione sugli utili delle aziende, nel tentativo di convincere i repubblicani ad un accordo bi-partizan sul Piano infrastrutturale, che prevederebbe un aumento dello stanziamento di 1 trilione di Dollari. Molti analisti guardano con apprensione a questa deriva della spesa pubblica, basata in larga parte su nuovo deficit.
Sull’umore dei listini Usa pesano le tensioni crescenti con la Russia e la Cina. La prima ha annunciato l’azzeramento delle posizioni in Dollari dal Fondo Sovrano Russo, concentrandosi su Euro e Yuan, con l’obiettivo di ridurre l’esposizione agli asset americani. La Cina non manchera’ di reagire all’estensione, dal 2 agosto, del divieto imposto alle imprese americane di investire in aziende legate all’esercito cinese, che include anche Huawei.
Il Beige Book della Fed (Banca Centrale americana) sottolinea come l’aumento dei prezzi delle materie prima stia “filtrando” sui prezzi finali, spingendo all’insu’ l’inflazione, poiche’ le aziende riescono a trasferire i maggiori costi delle materie prime sui prezzi di vendita.
Tuttavia, il comparto dei Govies americani non si scompone, ed il rendimento del decennale staziona appena sopra il +1,62% (ore 12.00 CET).
Il prezzo del petrolio conferma i massimi degli ultimi 15 mesi, col WTI (West Texas intermediate) a 69,1 Dollari/barile (ore 12.15 CET).
Le scorte americane sono calate oltre le stime la scorsa settimana: -5,1 milioni vs attese di -2,4 milioni di barili, ed il rialzo recente dei prezzi e’ favorito dalle attese molto positive sulla domanda 2021/2022 e alla conferma da parte dei principali esportatori di accompagnare l’aumento dei consumi con aggiustamenti molto graduali.
Stamattina, 4 giugno, poco da segnalare sulle chiusure asiatiche: il Nikkei225 giaponese ha perso -0,47%, Hong Kong -0,12%, Shanghai sale marginalmente, +0,21%.
Le borse europee sono praticamente invariate (ore 12.30 CET), in attesa del rappoto sul mercato del lavoro americano, vero momento cruciale della giornata. Anche i futures sui listini USA sono poco mossi.

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